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Davide,
morto così,
con una pallottola sul fegato,
tra i Rovi,
a 100 metri da una casa abitata,
a meno di un chilometro dall'ospedale,
in compagnia di quella persona che quasi chiamavi papà.
Proprio lui a cui è partito il colpo,
proprio lui ti ha lasciato morire.
Venti minuti mentre tu capivi tutto,
ma non potevi fare niente.
Venti minuti agonizzante fra quei spini.
Lì
dove sei caduto dopo essere stato colpito.
Lì
alzi gli occhi al cielo:
lo vedi,
lo guardi...
...cazzo!!!...
lo sai che è l'ultima volta...
Venti minuti
dove hai capito il tradimento,
dove hai capito che quell'amore che sembrava paterno non aveva forza.
Venti minuti
per renderti conto di dover dire addio a questo mondo:
tua madre, tua sorella, tuo padre, la tua ragazza, i tuoi amici, la scuola, il pallone...
Venti minuti
per sentirsi persi, finiti, abbandonati...
a chiedersi:
perché?...
a chiedersi:
ma sta succedendo davvero?
Qui non si torna indietro.
Venti minuti...
Il sangue lascia il tuo corpo,
la mente si offusca.
Vorresti rimanere
Lì,
riuscire a tenere gli occhi aperti
per aspettare qualcuno che ti salvi...
e invece la tua anima se ne va...
se ne va
e lascia quel corpo di ragazzo
appena laureato, pieno di sogni, ambizioni, speranze, che pensava di diventare vecchio, sentendo tutti gli acciacchi del tempo...
e invece quel corpo è rimasto
Lì...
Davide...
tra i Rovi,
con gli occhi chiusi.
Senza più battito.
Senza più respiro.